TheSIGN Academy Project

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TheSIGN - Comics & Arts Academy Project

On my first year as a student at the TheSIGN Comics & Arts Academy, I had the luck and pleasure to be taught about Conceptual and Advertising Illustration by Lorenza Natarella.

The assignment we had been given was to create an illustration which depicted our personal experience as students of the Academy, but with a catch: we had to include an elevator in the illustration.

The elevator is of a certain relevance in the context of the Academy, as it is related to a popular trend among students who very often take photos of themselves while inside the elevator and subsequently share them on IG, tagging the academy.

The task wasn't easy, so Lorenza first taught us about the main figures of speech and the power of storytelling in advertising, bringing to us many examples of her and her colleagues' work in the field; then, she assigned us some fun exercises, such as coming up with a written description of a character that had to personify a brand. The brand I was assigned was "Amuchina", an italian hand sanitizer producer. No drawings were involved, it was pure written character creation and storytelling (although I did a quick sketch of my character, for the fun of it). We also did some other exercises, such as doing a research of a brand's identity of our choice (I looked into the history and thought process behind the Headspace app), and coming up with a quick sketch for the "Premio Strega" writing contest.

Aftere these preliminary exercises, throughout the subsequent 3 lessons we started to tackle the "Beast", again through brainstorming and writing. First, Lorenza told us about the 12 junghian archetipes, which are useful generic set of aspects of a character that elicit a specific response in the reader. This knowledge was important in order to better understand the "emotional field" the Academy's comunication is targeting.

Then we did some more exploratory exercises and brainstorming.

FIRST ASSIGNMENT - create a character which represents the TheSIGN Academy

Niccolò, also known as Sig. N

Lui è un giovane artista, si fa chiamare il “Sig. N”, scritto proprio “sig enne”, ma per sua mamma che l’ha cresciuto è Nicolino. Per noi, che non vogliamo metterlo in imbarazzo, sarà semplicemente Niccolò. E’ un ragazzo giovane, energico, con una spiccata passione per i videogiochi, i fumetti d’autore e i libri illustrati. Quando ancora adolescente, risparmiava fino all’ultimo centesimo tutti i soldi della paghetta per potersi comprare la nuova uscita di OnePiece, o per comprarsi Teslagrad, Antichamber e altri giochi su Steam; Certo, capitava che scaricasse i giochi piratati, ma solo dopo aver ripetuto per l’ennesima volta, quasi come se recitasse il rosario, che quando avrebbe avuto i soldi, li avrebbe comprati. Già, perché lui sa bene che i giochi sono roba seria, c’è chi ci vive, e c’è anche chi ci vive dentro. Il suo sogno era quello di fare il concept artist per videogiochi indie, e dico indie perché pensava che, in fondo, i giochi mainstream erano diventati troppo commerciali, un po’ da “venduti”. Ma per arrivarci aveva bisogno di crederci, e crederci proprio tanto, ogni giorno di più, perché solo così poteva difendersi dagli sguardi sfiduciosi e delusi dei genitori; e poi aveva bisogno di impegnarsi, e impegnarsi proprio tanto, ogni giorno di più, perché solo così poteva convincere chiunque che sarebbe stato in grado di farcela. Potrete ben immaginare dunque l’entusiasmo con cui ha accolto la proposta di diventare il direttore creativo della sua casa di giochi indie preferita. Da quel momento in poi, non ha più avuto bisogno degli aiuti dei genitori per pagarsi da mangiare, l’affitto, gli studi; si potrebbe dire che non ha più nemmeno bisogno della paghetta per comprarsi i giochi, visto che ora lui i giochi li crea. Ah e, dimenticavo… tutti quei giochi piratati in passato? Alla fine li ha comprati.

SECOND ASSIGNMENT - do a brainstorm on the theme "TheSIGN Academy"

THIRD ASSIGNMENT - do some brainstorming on the word "Elevator"

FOURTH ASSIGNMENT - Write a series of metaphours about the Academy and about my personal experience of it

1. Vivere nei propri castelli di sabbia

2. Quando disegno mi sento un bambino felice, che mette assieme o scompone i pezzettini dei giochi e si stupisce ogni volta.

3. Scavo nelle profondità della mia interiorità, cercando oro, gemme, diamanti;

4. TheSIGN è come una sala degli specchi. Esisti anche fuori, ma lì dentro ne hai la prova visiva perché chiunque incontri ti mostra che esisti e ti dà un punto di vista

5. Quando mi sento fuori luogo, è come se fossi personaggio che è stato disegnato con uno stile completamente diverso da quello in cui è stato disegnato l’ambiente. Il problema non è lo stile, né mio, né dell’ambiente. Basta solo cambiare ambiente.

FIFTH ASSIGNMENT - Write a series of metaphours which MUST INCLUDE the word "Future" and "Elevator"

1. Quest’ascensore di esperienze alimenta il mio futuro immaginato, mentre cammino nella nebbia del qui ed ora, ancora… e un passettino, e poi l’altro, e poi l’altro ancora

2. Mi dico e mi ripeto che ho fatto un salto nel buio, e me ne compiaccio, perché è come dire che “ci vuole coraggio… vedi che ho avuto coraggio?”; e poi mi dico e mi ripeto che ce la farò, che da qualche parte arriverò, che ho preso un ascensore, e che questo ascensore va su, su, soltanto su, verso il futuro che vorrei; ogni tanto però mi capita di intravedere, attraverso le righe di questa narrativa di successo, il pantano in cui cammino. C’è quello, e poi c’è la nebbia fitta, non vedo niente… e poi ci sono i suoni, tanti suoni diversi che sembrano chiamarmi da più direzioni. In che direzione vado? Quale suono seguire? Cosa mi renderà soddisfatto? Dove andrò a finire?

3. “No, io prendo le scale”; è la prima cosa che mi viene in mente quando vedo l’ascensore pieno di sconosciuti, che magari ridono, che magari si conoscono tutti. Un ascensore di persone, che ascendono, che scendono, che salgono, che cadono, e poi risalgono, e poi ridono, e poi si fermano; sono arrivati al loro piano. Sì, mi imbarazza, ma in fondo mi piacerebbe salirci anch’io in quell’ascensore di persone: anzi, il mio piano futuro è proprio questo.

4. Si sta come in ascensore il futuro le persone

5. Futuro bloccato, ascensore frenato; Futuro frenato, ascensore bloccato. Staremo qua per un po’... come ti chiami? Piacere di conoscerti.

6. Qualcuno sale nel mio ascensore. Buon giorno, a che piano si ferma lei? Al piano futuro, quindi, non lo so; perché… lei si ferma prima?

7. Entro. Ci sono soltanto tre piani: passato, presente e futuro. Premo sul tasto “futuro”... l’ascensore però non si muove. E’ bloccato. Ma nello specchio, mi vedo invecchiare.

8. Distribuisci omogeneamente le persone nell’ascensore, aumenta un po’ la fiamma in ognuno, fagli fare quattro salti, o quanto basta perché raggiungano il grado giusto di entusiasmo, poi lascia cuocere a fuoco lento, e dopo tre o quattro piani, fagli scendere e impiatta, et voilà: sapore di futuro garantito.

SIXTH ASSIGNMENT - Do a synthesis of the ideas, then choose a concept and write 10 phrases about it, with the condition that the first must be made up by 10 words, the second by only 9 words, and so on to the last, which will be made by a single word.

10. Nell’ascensore manuale tutti tiriamo la fune verso il futuro

9. Il motore del futuro siamo noi, alimentati dalla passione

8. Sostenersi vuol dire proprio tirare assieme la fune

7. Tua, mia, nostra fatica, ma ridiamo comunque oppure creiamo il futuro, tirando assieme la fune

6. Anche tu vai su? Allora aiutamoci!

5. In gruppo siamo più leggeri

4. Non cadrai: tiriamo tutti

3. Tiriamo al futuro

2. insieme esistiamo
1. esistiamo

Finally, i reached a conclusion: I wanted my illustration to talk about the difficulty of the learning process involved in becoming an illustrator, which is aggravated by the numerous prejudices around this job, and about how together we could inspire and help eachother to "elevate ourselves" over the clouds and, one day, exist as full fledged illustrators. So I did some sketches.

Out of these three, I though that the first idea best captured the sense of "togetherness" coupled with "we are working hard to make this elevator go up, but we're also happy in doing so". In my opinion, having to pull a manual elevator up is a very versatile metaphor which underlines how hard it would be if we didn't do it together.

I had my idea, it just needed some refining.